Nel caso in cui il lavoratore torni nel proprio Paese o si trasferisca in un altro Paese europeo, prima di aver maturato i requisiti necessari, tali requisiti possono essere raggiunti anche continuando a lavorare e versare contributi nella gestione previdenziale del Paese europeo in cui si sarà trasferito.
Grazie al cosiddetto sistema della “totalizzazione”, infatti, tutti i contributi versati in Italia o in altri Paesi europei, saranno sommati allo scopo di erogare un’unica pensione (01).
I lavoratori, dipendenti, autonomi, parasubordinati ed i liberi professionisti, possono cumulare i periodi contributivi al fine di percepire un’unica pensione, a condizione che siano iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria.
Dal 2012 non è più necessario avere almeno tre anni di contributi in ogni gestione per beneficiare della totalizzazione vedi INPS circ 37 14/03/2012 . Può essere esercitata anche nel caso in cui l’interessato ha maturato il diritto a un trattamento pensionistico autonomo, non essendo però ancora titolare di pensione. La totalizzazione è ammessa per tutti i tipi di pensione, vecchiaia,anzianità, inabilità e reversibilità.
La domanda deve essere presentata all’ultimo Ente previdenziale presso cui il lavoratore è stato iscritto. Se il pensionato continua a lavorare ed a versare i contributi potrà chiedere la liquidazione del supplemento anche sulla pensione totalizzata, sempre che l’ordinamento previdenziale dell’Ente che l’ha liquidata preveda questa possibilità.
L’importo della pensione viene determinato dalla gestione previdenziale di ogni Paese in proporzione ai contributi versati, secondo il cosiddetto “sistema pro-rata”.
Con la Riforma Monti viene adottato un provvedimento che salva i diritti dei lavoratori che sono stati assunti prima del 1995 per i quali l'assegno pensionistico sarà conteggiato mediante il sistema retributivo fini al 31 dicembre 2011 e con il sistema contributivo dal 1° gennaio 2012 alla fine degli anni di lavoro. Non è quindi toccata l'anzianità pregressa di questi lavoratori ma solo il conteggio dell'assegno previdenziale dal 1° gennaio 2012. Fino ad oggi il sistema contributivo era la metodologia di calcolo degli assunti dal gennaio 1996 e per coloro che in quel momento avevano meno di 18 anni di contributi. Il calcolo contributivo pro-rata significa quindi che si conteggerà l'assegno pensionistico dei lavoratori assunti prima del 1995 con metodo retributivo fino al 31 dicembre 2011 e con il metodo contributivo dal 1° gennaio 2012 alla quiescenza e riguarderà circa 2 milioni di lavoratori: sarà applicato soprattutto per un discorso di uniformità fra tutti i lavoratori perché il sistema di conteggio sarà lo stesso per tutti. Coloro che avranno l'assegno previdenziale conteggiato con questo carattere misto pro-rata saranno in pensione entro il 2016: da quel momento il conteggio di tutti i trattamenti previdenziali saranno effettuati interamente con metodo contributivo. Dal punto di vista pratico il conteggio pro-rata vede legati gli anni del calcolo effettuato attraverso il sistema contributivo con l'età del pensionamento. Infatti l'adozione del contributivo pro-rata porta a una riduzione dell'assegno in funzione dell'età e degli anni che mancano al pensionamento: più vicino si sarà ai 65 anni e meno sarà decurtato l'assegno previdenziale.Il contributivo pro-rata andrà a incidere maggiormente sulle prestazioni previdenziali dei lavoratori autonomi rispetto a quelle dei dipendenti per i diversi versamenti effettuati negli anni, essendo più alti quelli dei dipendenti.
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